sabato 11 dicembre 2010

A proposito dei diritti umani


I diritti umani sono cose che non esistono. 
Se esistessero, noi mangeremmo cibi genuini perché è un nostro diritto.
Se esistessero, non dovremmo devolvere metà delle tasse in salvataggi alle banche.
Se esistessero, non dovremmo temere che un chirurgo ci voglia tagliere per aumentare la fatturazione.
Se esistessero, gli stati uniti d' america dovrebbero essere processati per crimini contro l'umanità per le bombe di Hiroshima e Nagasaki.
Se esistessero, l' europa e gli stati uniti dovrebbero essere processati per crimini contro l'umanità per la strage di civili nelle guerre in Irag ed Afghanistan.
Se esistessero, l' italia non parteciperebbe alle missioni di pace perché è questa la maggioranza dei pareri.
Se esistessero, ogni bambino della terra avrebbe la possibilità di diventare adulto e  . . sano.
Quindi, visto che questi diritti non esistono, 
PERCHE' SE NE PARLA TANTO?
Cosa dite? E' perché siete una massa di ipocriti e vi pasta dare aria alla bocca, ma bei piatti di pasta allo stomaco?
ah ecco! allora abbiate almeno la decenza e la coerenza di TACERE!



venerdì 24 settembre 2010

Che fine faranno i libri?

Fin da giovanissimo sono sempre stato un accanito lettore. Da un lato la meraviglia del viaggio attraverso un romanzo, dall'altro l'utilità di manuali, saggi, guide e quant'altro.

Aggiungiamo pure i fumetti, le riviste scientifiche e molto altro.

È chiaro che ad un certo punto sviluppi un attaccamento feticistico per la carta. Tale che, quando entro in una libreria o biblioteca, la prima cosa che mi colpisce è proprio l'odore meraviglioso che da essa scaturisce.

Sono sicuro che questa cosa è condivisa dalla maggioranza dei lettori. Ma con l'avanzare della tecnologia il nostro mondo cambia in fretta.

Da poco tempo sono entrato in possesso di un e-books  reader. Mentre lo provavo, osservavo la mia libreria chiedendomi se sarei mai riuscito a staccarmi da tutti quei bellissimi libri, con le loro copertine, il loro peso e profumo.

A quel punto ho voluto tornare indietro con la memoria per fare un paragone con la musica, altra mia grande passione.

Dieci anni fa possedevo una discreta collezione di CD per la quale provavo una venerazione paragonabile a quella dei libri. Inoltre avevo un' età da musicodipendenza. I codec audio erano agli inizi e di mp3 si parlava appena.

Ebbene oggi, non solo non sono minimamente attaccato ai supporti cd ma non so nemmeno dove siano finite quelle pile di scatoline quadrate alle quali ero così attaccato. Il mio lettore da 30Gb contiene tutti i miei album compressi in mp3(ma non a 128kbit/s)e c'è ancora spazio per i nuovi che verranno.

Ora, appurato che non ho la minima dipendenza dal supporto fisico mi chiedo come mi comporterò nei confronti dei libri?

Devo fare anche una confutazione storico/sociale prima:

La musica con supporto audio è una cosa relativamente recente, parliamo di fine ottocento per i dischi e poi il secolo scorso.

Ma per i libri il discorso è diverso. La copia di testi da parte degli amanuensi e vecchia di secoli e i primi scritti risalgono all'antico Egitto e ancora prima. Si può proprio usare l'aggettivo atavico in questo caso.

Ritengo dunque che il contatto con la carta sia più radicato in noi, e quindi più difficile da liquidare rispetto a quello della plastica(suono).

Ma se il mio attaccamento per la musica è relazionato al contenuto, alla musica stessa e non al supporto, perché dovrebbe essere diverso per la scrittura? Perché il supporto cartaceo, come si definisce tutt'oggi, deve essere importante come le parole che contiene?

In effetti, la mia razionalità mi dice che non c'è nessuna ragione e io sono uno che sopprime l'istinto quando la ragione gli dà torto.

Già da ieri osservo tutti quei tomi sugli scaffali sotto una nuova luce. E quando passeggio col mio lettore ad inchiostro elettronico che pesa meno di tre etti e contiene tutti i miei libri preferiti, alcune riviste e vari quotidiani, più le news di vari siti internet e, se ho voglia, posso pure ascoltare l'ultimo album dei Marlene Kuntz, capisco quale sarà il futuro della letteratura.

Non tralasciamo dal discorso i milioni di alberi abbattuti e la quantità di inquinamento chimico necessari per ottenere della carta.

Che ne dite?

giovedì 24 giugno 2010

A proposito del pensare

Adesso vi spiego, logicamente, perché è obbligatorio aver tempo nella vita per meditare (ma e una parola troppo grossa)o meglio, per pensare alle cose.
Durante la vostra vita vi capita continuamente di apprendere informazioni. Questi dati derivano da altre persone e le fonti possono essere molto diverse fra loro: il lavoro, lo studio, la lettura, la conversazione e, purtroppo, la TV.

Ora, una volta che il messaggio vi arriva al cervello, diventa una idea che viene memorizzata. Non discutiamo sul fatto che sia buona o brutta, vera o falsa. È lì. Ma badate bene, è ancora l'idea di qualcun altro. Il passo successivo è ragionarci sopra. Dobbiamo investire qualche tempo ad analizzarla, farla nostra. Il processo di comprensione deriva proprio dal ragionare su quello di cui veniamo a conoscenza. Dobbiamo farlo. Altrimenti è come ingoiare un panino intero. Una volta messo in bocca va prima masticato e poi, deglutito. Così diverrete critici. Nel senso che saremo in grado di riconoscere una bugia, se grossolana. Se la bugia è fine ci verranno dei dubbi e vorremo approfondire.  Se brutta la potremo censurare per i figli etc. Diventiamo così attivi nei confronti delle informazioni e non passivi come il trend vuole.

Scomparirebbero, in questo modo, frasi del calibro "È vero perché lo dice la TV!" oppure "Il cambiamento climatico non esiste poiché nessuno ne parla." e la mia preferita "Va tutto bene perché l'ha detto un politico."

Quindi è molto importante mettere in dubbio, vagliare, considerare tutto quello che ci viene detto anche dalle persone più fidate che spesso, anche se in buona fede, riportano informazioni sentite, ma mai vagliate.

Lo so, non è facile. Ci vuole impegno poiché il bombardamento mediatico è pesante e si ripercuote attraverso i nostri amici e conoscenti.

Inoltre esiste un'altra sottile battaglia che dobbiamo combattere. 

TROVARE IL TEMPO PER PENSARE.

Ma questo lo lasciamo al prossimo post!

martedì 22 giugno 2010

Benvenuti

Eccomi. Mi chiamo Massimiliano.

Anche The Voyager poiché in inverno faccio viaggi lunghi alcuni mesi.

In questi viaggi impostati sul contatto umano il mio desiderio è sempre stato di scoprire come vivono gli altri. di sapere se c'è un modo diverso di vivere la vita rispetto a quello appartenente alla mia cultura.

Bene, sono qui per raccontare cosa ho visto, principalmente, ma anche di riportare l'esito delle mie lunghe elucubrazioni.

Ed è proprio su questo argomento  "Le elucubrazioni" che comincerò con il primo post.